Semplici isolatori per dipoli e radiali filari

Come realizzare dei semplici isolatori per sottendere dipoli e radiali.

Possiamo affermare, senza paura di smentita, che il dipolo è l'antenna più semplice da realizzare e mettere in funzionamento.

Isolatore per antenne filari realizzato con tubo per irrigazione

Ricordo che, una sera di alcuni anni fa, ebbi modo di parlare con un bravo OM della Zona 8 italiana che aveva realizzato una verticale raccorciata per le bande HF: volevo alcune informazioni per i dubbi che mi avevano assalito durante la realizzazione. Lo chiamai al telefono: persona di una gentilezza squisita. Ad un certo punto, mi ferma e mi pone questa domanda: «ma, tanto, lo sai bene qual'è la migliore antenna per le bande HF, vero?» lì per lì, restai stranito... Ma come, stiamo parlando della tua antenna verticale e mi chiedi quale è la migliore antenna HF? Balbettai qualcosa, preso alla sprovvista ma, in realtà, era una domanda retorica. Rispose lui: «la migliore antenna è il dipolo!».

E certo! Aveva ragione. E pure tanta: il dipolo è un elemento aereo efficiente per quanto basta, facile da realizzare ed economicissimo. Cosa si può volere di più da un'antenna?

Al netto dei problemi indotti dal fatto di essere un'antenna «bilanciata» su una linea «sbilanciata» e che richiede l'utilizzo del famigerato «BalUn» (un «adattatore» da Balanced a Unbalanced, appunto), un secondo motivo di pensieri per il Radioamatore autocostruttore ed antennista è in che modo fissare gli estremi di questa antenna.

Ma non solo: pensate, ad esempio, ai radiali filari che fanno da piano di terra per una verticale. Stesso problema dei bracci di un dipolo.

A proposito di questo, però, per questione di «adattamento» di impedenza, il dipolo va sistemato in modalità «V invertita» (Inverted Vee, come dicono coloro che parlano la lingua d'albione): una configurazione di questo tipo permette di raggiungere con facilità i 50 Ohm necessati per le nostre radio, contro i 75 Ohm caratteristici del dipolo «disteso». Resta il dubbio su come legare gli estremi dopo averli «tagliati» alla misura corretta.

Chi ha parlato di tagliare?!?!

No, cari amici, i dipoli (e i radiali filari) non si tagliano. Si accorciano, è vero, ma mai tagliare un filo perché, se si taglia troppo, poi, lo devi attaccare di nuovo. E non è una bella cosa.

I dipoli si tarano accorciandoli, cioè «ripiegando» su se stesso il filo in eccesso: un filo, ripiegato stretto stretto, è praticamente invisibile alla RF ed è come se fosse tagliato; tuttavia, in caso di altra sistemazione o «ripensamenti» sulla frequenza di centrobanda, si può tornare indietro, togliendo la piegatura e «allungando» di nuovo il filo.

E come legare il filo alla cordina che lo sottende?

La soluzione che ho adottato da diversi anni è semplice ed economica: gli isolatori, uno per ciascun «braccio» del dipolo, sono due corti tubi di plastica da 10/12 mm di diametro con due buchi agli estremi: ad un estremo entra il nylon e nell'altro il cavo; i buchi praticati sul tubo di plastica (va benissimo il PVC dei tubi per irrigazione o per impianti elettrici) deve consentire al cavo di entrare ma non abbastanza da scorrere liberamente.

Chiudendo il cavo su se stesso con dei pezzi di nastro si effettua la taratura: i bracci del dipolo possono anche essere di diversa misura per «compensare» eventuali impedenze «errate» dovute alla particolare situazione di montaggio...

In conclusione

Alla fine di tutto, il dipolo resta un'antenna facile ed efficiente: personalmente, uso un dipolo a quattro bracci stesi alla meno peggio ingrado di coprire i 40 ed i trenta metri. Si tratta di una realizzazione di diversi anni e, nonostante abbia delle verticali, non riesco a farne a meno: in 40 metri, con lui, ho collegato tanto.

Pertanto, perché perdere tempo con antenne complicate quando si può essere subito in aria con pochissimo sforzo?

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