Yaesu FT-7b
Le radio che hanno fatto storia: una grande radio!
Come dico spesso, ci sono radio che hanno segnato la storia del radiantismo.
E, tra questa cerchia certamente ristretta, c'è una radio ancora oggi tra le più ricercate e gradite da un folto numero di appassionati radioamatori, perché, come alcuni di loro affermano, dietro ogni tasto c'è un circuito vero e non il software di un computer...
Ed ecco oggi la storia della radio Yaesu FT-1000D, un apparato che ha segnato un'epoca per i radioamatori, e che, in Italia, era stato affettuosamente soprannominato il «millone»... per le sue dimensioni ed il suo peso... certamente, ma anche per il suo costo non proprio alla portata di tutti!
Una radio dei primi anni '90
Torniamo indietro alla fine degli anni '80... In questo periodo, la Yaesu Musen era già un nome di spicco nel panorama del radiantismo. L'azienda aveva consolidato la sua reputazione grazie a prodotti di punta come la nuova serie 7 e l'FT-980... Tuttavia, l'avvento del nuovo decennio richiedeva una rivoluzione, un vero e proprio nuovo sforzo progettuale. Il mercato desiderava una radio all-mode di alta gamma, in grado di offrire prestazioni eccezionali sia per il contest che per i QSO di tutti i giorni. Anche perché, in questo periodo, i concorrenti avevano affinato le loro armi e radio come l'Icom IC-781 ed il Kenwood TS-950S erano, veramente, degli ossi duri da rodere!
È proprio in questo contesto che, nel cambio di decennio, un team di ingegneri della Yaesu, animato da forte ambizione, cominciò a lavorare ad un progetto restato per diverso tempo segreto. L'obiettivo era davvero ambizioso: creare un nuovo ricetrasmettitore che non fosse solo un'evoluzione, ma un vero e proprio salto rispetto a ciò che era stato, sino a quel momento, reso disponibile sul mercato. I tecnici volevano un ricetrasmettitore che incorporasse tutte le tecnologie più avanzate dell'epoca: un design a doppio ricevitore, un'interfaccia utente intuitiva e dei filtri davvero efficienti, una tecnologia, questa, certo consolidata ma dove, ancora, c'era molto da lavorare.
Un progetto completamente nuovo
Il nuovo progetto vide la luce sul finire del 1990 con il lancio della radio Yaesu FT-1000, dopo oltre 25.000 ore/uomo di ricerca e sviluppo. Questo apparato era un vero e proprio gigante, sia per le sue dimensioni (il suo peso superava i 24 kg!) che per le sue caratteristiche tecniche. Il suo design massiccio, la robustezza meccanica e un layout dei comandi che ricordava le apparecchiature professionali, conquistarono immediatamente il cuore dei radioamatori. Offriva un secondo ricevitore totalmente indipendente, permettendo di ascoltare simultaneamente due segnali sulla stessa banda, una funzionalità rivoluzionaria per i contest e le dxpeditions. La sua robusta sezione di alimentazione interna e la possibilità di installare filtri opzionali lo resero uno strumento estremamente flessibile e performante. C'era un piccolo limite: la radio prevedeva l'ascolto simultaneo solo entro 500 KHz. Al di fuori di questo range, il secondo ricevitore, che condivideva una parte dei circuiti del principale, perdeva di sensibilità...
La parte ricevente era provvista di ben quattro conversioni con la prima media frequenza sparata in alto, ben oltre i 73 Mhz! Nessun concorrente era, sino a quel momento, arrivato a tanto... Solo il TS-950 di Kenwood poteva considerarsi un rivale: era una quadrupla conversione che superava, di pochissimo, i 73 Mhz... Il segnale ricevuto dal nostro FT-1000 ha un audio caldo, pastoso, rilassante... Sembra quasi una radio a valvole ![]()
Un successo immediato!
Fu facile immaginarlo: il successo del «Millone» fu immediato... ma il favorevole riscontro non fermò certamente l'evoluzione... Gli ingegneri di Yaesu ascoltarono e fecero tesoro dei feedback degli operatori e si resero conto che c'era ancora spazio per migliorare. Il primo FT-1000 era, senza alcun dubbio, un'ottima ed innovativa realizzazione, ma l'assenza di una serie di filtri ed il limite al secondo ricevitore, limitato all'ascolto delle frequenze immediatamente adiacenti, davano poco spazio alla sua capacità di affrontare le situazioni più complesse.
Fu così che, qualche mese dopo, arrivò il modello che sarebbe diventato una vera e propria leggenda, una icona sacra per tutti gli appassionati: lo Yaesu FT-1000D. Il suffisso «D», forse, stava per «Digital», e non si trattava di un semplice aggiornamento, dato che, per alcuni elementi, c'era stata una vera e propria riprogettazione. L'FT-1000D integrava tutti i filtri che un radioamatore desiderava: mancavano solo il filtro stretto a 250 Hz per il CW ed il filtro a 600 Hz per il secondo ricevitore. Offriva, comunque, una efficace riduzione del rumore, con filtri notch automatici ed una serie di strumenti creati per migliorare la qualità del segnale ricevuto. Questo lo rese imbattibile in condizioni di banda iper affollata, cosa molto frequente in all'inizio degli anni '90... Le sue prestazioni in ricezione erano così elevate da diventare il punto di riferimento per l'intera industria. L'aggiunta di una migliore stabilità in frequenza e di un design circuitale ottimizzato lo resero ancora più performante. Insomma, la presenza di serie di un oscillatore a cristallo a compensazione di temperatura (il famoso TCXO), cinque filtri di media frequenza (che erano opzionali per il precedente FT-1000) ed una unità filtro passa-banda per il sub-ricevitore, lo rendevano davvero insuperabile!
Il suffisso c'è ma non si vede...
Importante sottolineare, a questo punto, che il suffisso «D» non compariva sull'etichetta della radio: quel suffisso indicava che alcuni componenti erano installati di serie rispetto al modello precedente per il quale erano soltanto dei costosi «optional»... Pertanto, bisognava un po` capire da soli quale radio si aveva di fronte! Ma, per un esperto operatore, non era certo un problema...
Uno dei controlli più utili ai telegrafisti, implementato in questa radio per tirare fuori i segnali in telegrafia più deboli, è il cosiddetto «APF» (Audio Peak Filter) un filtro attivo e sintonizzabile. Una volta che si è sintonizzata la frequenza centrale dell'APF per abbinarla al proprio offset CW, basta premere il pulsante APF ed abilitare il filtro e poi meravigliarsi di quanto sia efficace: i segnali CW più deboli, spesso appena udibili con le altre radio, diventano segnali che riempiono la stanza!
La radio, inoltre, superava i precedenti limiti del sub ricevitore: l'unità filtro passa-banda BPF-1, divenuta -infatti- standard sul FT-1000D, permetteva, adesso, di sintonizzarsi ovunque nel raggio d'azione dell'apparecchio con entrambi i ricevitori.
Anche la potenza erogata è di tutto rispetto: sono ben 200 i Watt in SSB, CW e modi digitali, che si riducono a 50 per l'AM... Ma si sa, questa radio non è nata per trasmettere in ampiezza modulata... Lo stadio finale inoltre è aiutato da un veloce accordatore interno, in grado di «domare» anche le antenne più difficili... C'è un ampio display fluorescente a vuoto con ben due decimali dove, quello dei 10 Hz, e notare la finezza, è più piccolo degli altri... e poi segue uno strumento analogico a fondo nero retroilluminato... insomma due elementi che recano eleganza ad un frontale già da sé bellissimo.
Come anticipato, in Italia, questo apparato fu subito ribattezzato «il millone», un nome affettuoso che ne sottolineava l'importanza e le sue generose dimensioni, oltre che il suo costo elevato... ma, questo nomignolo, ne evidenziava soprattutto il prestigio. Possedere un «millone» in stazione rappresentava un vero e proprio traguardo cui molti aspiravano ma che in pochi raggiungevano... un vero simbolo di dedizione al mondo della radio. Era questa la radio che dominava le stazioni contest e che permetteva agli operatori più esigenti di affrontare i QSO difficili, o addirittura impossibili, in un modo mai visto prima.
Una radio come questa, a parte i filtri, alcuni dei quali opzionali, aveva accessori veramente desiderabili. Tra tutti, l'altoparlante esterno con filtri audio passivi, il famoso SP-5, ed il classico microfono MD-1 non preamplificato, ma ugualmente un «must» e, soprattutto, un elemento di arredo della scrivania dove questa radio era appoggiata... Immortale, poi, l'unità di registrazione digitale, o DVS-2, utile a questo come ad altri apparati successivi della stessa «famiglia»...
Ma l'eredità del Yaesu FT-1000D non si esaurisce con la sua produzione, che terminò, più o meno, a metà degli anni '90 con l'arrivo dei modelli successivi. Ancora oggi, molti esemplari sono in uso e molto ricercati sul mercato dell'usato. La sua storia è quella di un'innovazione tecnologica che ha saputo ascoltare le esigenze degli operatori, creando un prodotto che ha resistito alla prova del tempo e che continua ad ispirare le nuove generazioni di radioamatori.
Ringrazio, per le foto trasformate in disegni, l'amico Francesco, IU7OTR ![]()
Ed ora, l'episodio delle radio che hanno fatto la storia!
Ed ecco il nuovo episodio del Podcast di XJA; come sempre è disponibile sul mio canale spreaker.com con il numero 62:
Ascolta "Episodio 64: Radiostorie, la Radio Yaesu FT-1000D" su Spreaker.
ed, ovviamente, sul mio canale youtube: