Icom IC-751A

Una grande radio per gli anni 80

Episodio 60: Radio Icom IC-751A

Immaginate, per un attimo, la metà degli anni 80... quegli anni per molti versi incredibili, un'epoca di sfavillio e libertà. I capelli erano gonfiati, possiamo quasi dire «cotonati», le spalline erano larghe e i jeans cominciavano ad essere strappati... per moda, ovviamente! La musica, poi, era un mix di rock, pop e new wave, con icone come Madonna, Prince e Bruce Springsteen, con le loro canzoni irradiate dalle antenne di tantissime radio libere. Luci stroboscopiche illuminavano le discoteche, mentre i videogiochi e i computer stavano cambiando il volto dell'intrattenimento.

Era un'epoca di grande cambiamento e creatività, in cui l'immaginazione sembrava non avere limiti.

E, in tutto questo, anche Icom dice la sua... e la racconta con una radio mitica, un vero pezzo di storia del radiantismo: l'Icom IC-751A!

Una radio... unica!

Icom IC-751A

L'introduzione della radio Icom IC-751A nel 1985 ha segnato un momento significativo per la comunità dei radioamatori, consolidando la reputazione della casa giapponese come pioniere nell'innovazione tecnologica. Questa radio, diretta evoluzione del già apprezzato modello IC-751, non era un semplice aggiornamento, ma un'ulteriore dimostrazione di come la ricerca e lo sviluppo stessero plasmando il mondo delle comunicazioni nelle onde corte. Mentre l'Icom IC-751 aveva già stabilito un elevato standard di prestazioni, riepilogando quanto fatto dall'azienda nei modelli immediatamente precedenti (mi vengono in mente l'IC-720 o l'IC-745), questa nuova la versione 'A' offriva perfezionamenti che la rendevano uno strumento ancora più versatile ed affidabile per l'operatore esigente.

Una delle caratteristiche più impressionanti e discusse della IC-751A era l'innovativa architettura del ricevitore a ben quattro conversioni, ereditata dal progetto del 720 ma con una prima media frequenza molto più alta: oltre i 70 Mhz! In un'epoca in cui molti ricevitori di alta gamma utilizzavano tre conversioni, l'approccio di Icom rappresentava una mossa davvero audace. Questa configurazione, sebbene complessa, permetteva una selettività e una reiezione delle immagini ben superiore a quella di tanti concorrenti, e diventava una caratteristica essenziale per operare in bande sempre più affollate, situazione purtroppo frequente in quei fantastici anni '80. Avere un ricevitore così performante era un vantaggio competitivo cruciale, specialmente durante i contest o in condizioni di propagazione difficili. La radio IC-751A si dimostrava parecchio all'avanguardia, offrendo una «sensazione» d'ascolto pulita, priva di rumori indesiderati che era difficile da trovare in altre radio dell'epoca, anche più costose e blasonate. Ed ancora oggi, a distanza di 40 anni, ascoltarla, è un vero piacere...

Il lancio di questa radio si collocava in un periodo storico denso di eventi che avevano un impatto indiretto, ma percettibile, sul mondo tecnologico e sociale. Il 1984, ad esempio, era stato l'anno della nascita del Macintosh di Apple, un evento che aveva reso l'informatica personale accessibile a un pubblico più vasto, alimentando un generale fervore per l'elettronica e l'innovazione mentre, per noi italiani, veniva avviato il progetto Televideo, che avrebbe reso la televisione un po' digitale... Inoltre, nello sport, le olimpiadi di Los Angeles avevano mostrato al mondo le capacità di organizzazione e la potenza tecnologica degli Stati Uniti e, a Napoli, arrivava Diego Armando Maradona!

1985: la nascita di un mito!

Retro della radio IC-751A

L'anno successivo, in quel fantastico 1985, ecco l'uscita della radio Icom IC-751A che poteva essere considerata un riflesso di questo clima di progresso e fiducia nel futuro. Il radioamatore, come l'hobbista informatico, era parte di questa ondata di cambiamento, e strumenti come l'Icom IC-751A rispondevano con forza a una crescente sete di prestazioni e di affidabilità.

Ottima, inoltre, fu la scelta della casa di incorporare un keyer automatico interno che permetteva, al radioamatore telegrafista, di operare a velocità impensabili senza disporre di altra attrezzatura: bastava questa radio ed un tasto a palette! Dimensioni compatte e solidità della costruzione facevano il resto, rendendo questa radio il sogno di tantissimi operatori. Una comoda e robusta maniglia e quattro piedini di gomma sul lato opposto rendevano questo fagotto tecnologico da oltre 8 chili anche facilmente trasportabile!

Altra grossa comodità era la presenza di ben 32 memorie che potevano contenere le frequenze ed i parametri di trasmissione scelti, salvati in una Eprom tenuta alimentata da una batteria tampone... Inoltre frequenza, memorie e parametri operativi erano bene in vista su un bellissimo display fluorescente a vuoto a due colori, nota comune a molte radio Icom per le HF dello stesso periodo cui si affiancava uno strumento analogico dal fondo chiaro retroilluminato per il segnale, la potenza, il livello di ALC, la compressione ed il rapporto onde stazionarie. Una nota: per misurare le onde stazionarie bisogna usare almeno 50 watts, portando lo strumento verso una tacca al centro della scala graduata.

Una radio, inoltre, caratterizzata dalla copertura continua delle frequenze ad onde corte e che, con una semplice modifica (pensate: bastava tagliare un filo, di solito di colore nero o marrone sulla scheda RF...), poteva anche trasmettere su tutte quante! Immaginate la gioia per un CB, quale io ero a quel tempo, di poter usare una di queste radio per la banda cittadina, senza essere più vincolato dalla canalizzazione ed avere in mano una radio a «Sinfonia Continua»! Purtroppo, la modulazione in AM di questa radio, nata per dare il meglio di sé in SSB e CW non era particolarmente bella ed i rapporti di ricezione ricevuti dagli amici CB confermavano una «modulazione compressa»...

Accanto alle tante innovazioni tecniche, la radio IC-751A è anche tristemente ricordata per una scelta progettuale che si è rivelata quasi catastrofica. Icom prese la decisione di salvare l'intero firmware e, come anticipato, i dati delle 32 memorie del ricetrasmettitore su una minuscola schedina, che era costantemente alimentata da una batteria tampone. Questa scelta, probabilmente fatta per motivi di spazio, per la necessità di un'alimentazione non volatile o per la semplificazione del circuito di backup, ha avuto conseguenze negative a lungo termine. Quando la batteria avrebbe esaurito la sua carica, il firmware sarebbe andato perso irreversibilmente, rendendo la radio un inutile «ferro vecchio» e condannandola ad una morte elettronica. A differenza di un guasto meccanico o di un componente sostituibile, questo tipo di errore era fatale. Per gli appassionati, scoprire che la longevità della loro radio dipendeva da una elementare pila a bottone era un'amara delusione. Questa scelta fu un grave passo falso, un punto debole in un design altrimenti eccellente. La durata della batteria era garantita per una ventina di anni ed il processo di sostituzione prevedeva di alimentare la scheda durante la rimozione della vecchia batteria a bottone sino all'installazione della nuova... Un processo non particolarmente complicato ma, comunque, non alla portata di tutti anche perché, la batteria, era «saldata» sulla schedina.

Nonostante il problema della schedina con batteria tampone, la radio è, ancora oggi una validissima scelta per la stazione radio: infatti, la presenza sul mercato di schede firmware «alternative», prodotte professionalmente da appassionati radioamatori, ha superato gli originali limiti progettuali, permettendo a questa radio di resistere al tempo e confermando la sua costruzione di alta qualità. Io stesso ho fatto ricorso a questa soluzione anche se la mia batteria non era ancora esaurita. Come sempre, prevenire è meglio che curare Fico!

La mia Radio Icom IC-751A

Tra gli accessori più desiderabili di questa radio possiamo certamente citare il bel microfono da tavolo SM-8, ancora oggi molto ricercato, provvisto di ben due uscite ed in grado di pilotare altrettante radio. La radio poteva anche disporre di due alimentatori «optional»: uno interno ed uno esterno, a scelta. Ho trovato curioso un particolare: sul famoso catalogo del 1985, l'alimentatore interno costava quasi 100.000 Lire in più rispetto a quello esterno. C'erano anche i filtri per il CW a 500 e 250 Hz che oggi sono introvabili o l'altoparlante di linea, siglato SP-3. A completare la linea ci pensava anche l'accordatore automatico d'antenna, siglato AT-100 (oggi, anche lui, quasi introvabile), che, sfruttando la presa accessori posta sul retro della radio, permetteva un accordo immediato e totalmente automatico!

Podcast di XJA: l'episodio di questa pagina!

Ed ecco il nuovo episodio del podcast di xja; come sempre è disponibile su spreaker.com con il numero 60:

Ascolta "Episodio 60: le radio che hanno fatto la storia, Icom IC 751A" su Spreaker.

ed, ovviamente, sul mio canale youtube ma con il numero 59: