Come diventare radioamatore

Questa pagina nasce da una ricerca su Google

Ma come? Comprare la patente?!?

Tutto comincia, infatti, da una ricerca che, tra le «ricerche correlate» della pagina, ne mostra una che lascia davvero perplessi: «comprare la patente di radioamatore»: e qui ho pensato fosse utile parlare un pochino della mia esperienza e del nostro mondo, fatto di radio ma anche di leggi cui attenersi...

Il mio primo esame per la patente di radioamatore

Lo rammento come fosse ieri, il giorno del mio primo esame per diventare radioamatore.

Sì, un primo esame perché, per ottenere la patente per l'esercizio di una stazione di Radioamatore è necessario presentarsi ad una sessione di esami indetta annualmente dal ministero e, ancora sì, gli esami, in quel tempo ormai lontano, erano ben due: un esame di tecnica ed operatività che si svolgeva per iscritto ed una sessione di ricezione e trasmissione in telegrafia alla velocità di 30/40 caratteri al minuto.

Ed oggi, a distanza di tanti anni, è un dolce ricordo quella levataccia per andare a Bari a sostenere quell'esame. Era un freddo giorno d'inverno ed eravamo in tre: mi ero aggregato ad un amico ed alla sua ragazza del tempo. Ci recammo a Bari dove, dopo una attesa che sembrò interminabile, accedemmo alla grande aula.

Eravamo in tantissimi... ci capitò un tema da svolgere: «Descrivere una radio ricetrasmittente nei suoi moduli principali, commentandoli». Scrissi tantissimo, al punto da dover andare a chiedere un ulteriore foglio protocollo. Ricordo il commento del commissario, inorridito dalla mia richiesta: «Che noi li dobbiamo anche correggere...»

L'esame andò bene per tutti i componenti del nostro gruppo: tutti promossi, anche se partecipammo alla sola prova teorica e non anche a quella di telegrafia; pur avendoci provato, il CW proprio non mi entrava in testa... Evidentemente, a quel tempo, la superficialità con cui prendevo in considerazione le cose mi impediva di «grattare» oltre la superficie. Peccato Pianto

Richiesi, con enorme ritardo, l'autorizzazione generale che mi permise di ottenere il primo nominativo: IW7BGA.

Qualche anno dopo, in primavera inoltrata, seconda giornata di esame a Bari per la Telegrafia: dopo una adeguata preparazione, i 40 caratteri al minuto (appena 8 WPM!) erano talmente lenti che quasi ero in difficoltà a riconoscerli Urlo

Altra patente, questa volta «ordinaria» e nuovo nominativo: IK7XJA.

Ehm, no, la patente di radioamatore non si compra

Qualche giorno fa, curiosando tra le risposte di Google alla parola «radioamatore», mi imbatto nelle «ricerche correlate» in fondo alla pagina.

Lì ci trovo ricerche che ritengo «plausibili» come «radioamatore significato» e «patente radioamatore»... ma ne ho vista una che la dice lunga sulla società del tempo in cui viviamo.

Una ricerca che conferma che, spero non molto spesso, la gente non vuole perder tempo ma desidera avere tutto e subito. Incredibile leggere una ricerca correlata che recita: «Comprare patente radioamatore» Sorpresa

Ma come sarebbe a dire: «comprare una patente da radiomatore»? Cioè, voglio dire, è mai possibile che ci sia più di qualcuno che abbia chiesto, al motore di ricerca, come «comprare una patente»? A questo punto mi viene facile immaginare che, quel «qualcuno», avrà comprato anche quella automobilistica, il diploma di scuola media superiore, qualche esame all'università e, magari, pure una laurea... «Volendo, Potendo, Pagando», diceva qualcuno.

Una cosa del genere ci mette di fronte al motivo di una triste realtà: «non ci sono più i radioamatori di una volta», come non ci sono più le mezze stagioni, gli ingegneri ed i medici di una volta. Insomma, un periodo di estinzioni di massa e di bibliche sciagure.

E, tra le bibliche sciagure entra, a pieno titolo, la compravendita delle patenti di radioamatore.

Che poi «patente» potrebbe avere la radice nella parola greca «pathos»: anche solo per la passione e la sofferenza necessarie per ottenerla... chissà Ammicco

Oggi le cose sono cambiate

Ma oggi è tutto più facile: per prima cosa, non esiste più l'esame di telegrafia!

Pensate che bello: niente rompimenti di testa con il tatitàti... niente «movimenti del polso» da fare per bene sennò i caratteri escono attaccati... insomma, niente vecchiume radiantistico!

Seconda cosa, c'è solo una sessione l'anno e, i quiz, sono a risposta multipla: alla fine «basta essere un po` psicologi», entrare nella mente dell'ideatore del quiz, e la domanda giusta si azzecca.

Poi, se scoppia un'altra pandemia (spero mai più), l'esame lo facciamo pure da casa, in teledidattica e, se riusciamo a guardare lo schermo ma mantenere un campo visivo aperto (come si fa nelle arti marziali) riusciamo a vedere gli amici che suggeriscono da dietro lo schermo guardando fisso il commissario nella telecamerina del piccì...

Eppoi, perché faticare a prendere una patente, studiando come matti? A che serve? Per fare un po` di FT8 non c'è bisogno di conoscere tutte queste strane regole... Anche perché, se voglio parlare con un amico lontano gli faccio una semplice telefonata e faccio prima, senza aspettare che la propagazione si apra su quell'unica banda per cui ho costruito l'antenna. Mi viene in mente la frase latina «Studere studere, post mortem quid valere?» e il latino, si sa, è maestro di vita Fico

Che poi, a dirla tutta, che senso ha avere un'antenna per ogni banda quando ne basta una che posso accordare con il mio accordatore automatico, che accorda anche il cancello di casa, e che mi permette di collegare le stazioni più lontane grazie ai due kilowatt del lineare comprato su internet? Alla faccia di quelli che fanno QRP e pure in CW!

Come diventare radioamatore

Spero che, da quanto poc'anzi scritto, trasudi l'abbondante sarcasmo con cui è condito e mi auguro veramente che non esistano persone con questi pensieri in testa. Diventare radioamatore è ben altro che comprare patente, lineare e fare solo FT8!

Diventare Radioamatore significa, prima di tutto, studiare per diventarlo, a prescidere dalla patente. Ho conosciuto persone veramente appassionate che non avevano mai pensato di prendere la patente e limitavano la loro attività a tantissimo radioascolto e studio delle bande. Altri che hanno indirizzato la loro passione verso gli studi delle radio commerciali in FM, diventandone veri pionieri, ancora oggi al passo con i tempi, grazie ad un continuo aggiornamento.

Diventare Radioamatore significa coltivare, giorno dopo giorno, una passione in un campo senza fine, che spazia dalla tecnica operativa all'abilità di riconoscere suoni, rumori e modulazioni, e che porta verso competenze tecniche ed informatiche: avere la patente garantisce che almeno una minima parte di queste informazioni sia parte del proprio bagaglio culturale.

Un bagaglio culturale che, qualche volta, non è neanche sufficiente a collegare un'antenna ed accendere la radio.

Diventare Radioamatore significa anche essere un pochino «Hacker», riuscire ad essere sempre curiosi e scavare sotto la corteccia alla scoperta dei segreti che lì si celano.

Ed è lì che le cose si complicano... Pertanto, tutto quanto premesso, tra il serio ed il faceto, affrontiamo adesso il discorso di:

Dunque, come diventare Radioamatori?

Appurato che la patente di radioamatore non si «compra», come la ricerca correlata potrebbe lasciar pensare, possiamo subito dire che la si può ottenere superando un esame presso il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (ex Ministero dello Sviluppo Economico, ex Ministero Poste e Telecomunicazioni).

Tra i passaggi principali per diventare Radioamatori, bisogna considerare:

A) La preparazione all'esame:

È necessario studiare quanto previsto dal programma d'esame, che include nozioni di radiotecnica, di normativa necessarie per la normale operatività. Ci si può preparare autonomamente o anche frequentare corsi organizzati dalle varie associazioni, come abbiamo fatto noi di Radio Penisola Salentina, un gruppo che vanta il passaggio di molti appassionati tra le fila dei radioamatori, grazie soprattutto all'impegno dimostrato da alcuni di noi, tra cui Saverio IK7IWF.

B) È necessario presentare una domanda di ammissione agli esami:

La domanda di ammissione all'esame va presentata presso l'Ispettorato territoriale del Ministero competente per regione di residenza dell'interessato; attualmente, la domanda è da presentare esclusivamente mediante piattaforma telematica.

C) Infine, c'è la richiesta del nominativo

Ottenuto il rilascio della patente, è necessario richiedere il nominativo, univoco a livello mondiale e, successivamente, scatta l'Autorizzazione Generale. L'autorizzazione ottenuta, che deve essere tenuta in stazione o insieme alle radio per eventuali controlli in caso di attivazioni fuori dal proprio domicilio, è l'unico «pezzo di carta» che autorizza l'esercizio della propria stazione radio.

Si tratta di disposizioni che, nell'ultimo periodo, hanno subito diverse variazioni e non è detto che non ci siano modifiche nel prossimo futuro: per non commettere errori conviene consultare sempre la piattaforma per i radioamatori disponibile sul sito del MIMIT.

Per poter accedere ai servizi del portale è indispensabile disporre dello SPID o della CIE (Carta Identità Elettronica).

Inoltre altre informazioni sono reperibili sul portale del precedente Ministero dello Sviluppo Economico.

Recenti modifiche sono state anche apportate all'allegato 26 al decreto legislativo 1.mo agosto 2003, n. 259, «Codice delle comunicazioni elettroniche», recante la normativa tecnica di disciplina dell’attività radioamatoriale al momento non ancora reperibile sui siti del ministero ma disponibile a questo link.

In conclusione, cosa fa un Radiomatore?

Il Radioamatore è, semplicemente, un appassionato che usa la propria attrezzatura, il proprio tempo libero e le proprie competenze per comunicare, sperimentare ed anche fornire supporto in situazioni di emergenza, come spesso accaduto durante disastri come terremoti, alluvioni e blackout.

In particolare, tra le varie attività, possiamo indicare le comunicazioni a lunga distanza (i cosiddetti DX), le comunicazioni locali, in onda diretta o via ripetitore, specialmente in VHF o UHF, le gare (i cosiddetti Contest) e le comunicazioni con protocolli digitali (FT8, ad esempio) le comunicazioni e la tutela della telegrafia (il CW: siamo gli unici ancora ad usarlo!) e le comunicazioni attraverso i satelliti progettati e costruiti da noi.

A tutto questo si aggiunge la sperimentazione che spesso porta a soluzioni e miglioramenti che la stessa industria non potrebbe fare... Lo stesso FT8 nasce da un radioamatore per i radioamatori.. o la rete RBN (reverse beacon network) o anche lo sviluppo di software specifico per la nostra attività (log di stazione elettronici o lo stesso «morserunner» ad esempio...)

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